SpectreOfReflections/content/reflection/margine.md

54 lines
10 KiB
Markdown
Raw Blame History

This file contains ambiguous Unicode characters

This file contains Unicode characters that might be confused with other characters. If you think that this is intentional, you can safely ignore this warning. Use the Escape button to reveal them.

+++
editors = ["chiara.md", "dario.md", "raytrayen.md", "sunaina.md"]
has_highlights = ["ecologicalunequalexchange.md", "cultura.md", "ultrabandiere.md", "globalizzazione.md", "scuola.md", "primitivo.md", "streets.md", "attivismo.md"]
title = "Agire il margine: alleanze e prospettive."
+++
# Italian
> Partendo dalla definizione di confine1 quello che interessa è anlizzare la differenziazione che esiste, nella società occidentale, tra due visioni differenti verso lo stesso. Da una parte domina lo sguardo colonizzatore, capitalista e globalizzato mentre dallaltro coesiste, fortunatamente, una visioone alternativa intesa come alleanza.
In questo spazio interstiziale, non esiste nord o sud, ma è presente un riflesso della società contemporanea, in cui le contraddizioni emergono in tutte le sue forme; per esempio “Le differenze salariali internazionali generano flussi asimmetrici di tempo di lavoro incorporato, la cui appropriazione contribuisce al sottosviluppo nella periferia.”2
In questo spazio la posizione da prendere è quella di entrare nel margine, decostruendo lo sguardo comune dominante e proponendo alleanze (qualora ce ne sia il consenso); per inverso la decisione è quella di restarne fuori o, ancora peggio, quella di astrarsi, imponendo una visione privilegiata, perpetuando così logiche predatorie3.
“Gli occidentali che amano le opere dArte Primitiva hanno sempre pensato che i loro autori sono particolarmente vicini alle «pulsioni fondamentali, elementari ed essenziali della vita»: pulsioni che luomo civilizzato condivide, ma «sepolte» sotto la scorza del comportamento indotto. Lidea che lArte Primitiva sia una sorta di espressione creativa che sgorga spontaneamente dallinconscio dellartista è alla base dei paragoni tra lArte Primitiva e i disegni dei bambini, e il suo fondamento razzista è piuttosto chiaro”4
Inoltre la globalizzazione che ha caratterizzato il XXI secolo ha attuato una “tendenza che ha a lungo termine portato allunificazione culturale e alla ulteriore depersonificazione della creatività degli individui, lasciando in mano alle grandi aziende multinazionali il libero arbitrio per quanto riguarda le politiche cittadine e, allo stesso tempo, il dominio nel settore del mercato dellarte e quindi della richiesta del pubblico !”5
La riflessione sul margine si potrebbe concludere con uno spunto di analisi geografica socio-politica, usando le parole di Gramsci, riguardo lo stesso spazio che stiamo abitando: Calasetta.
“Ogni nome (nella città degli artigiani) era un ramo di vita, era il ricordo di un momento di vita collettiva. La mappa stradale era come un patrimonio di ricordi, di affetti, che legava più fortemente gli individui con i legami di solidarietà attraverso la memoria. La borghesia negoziante ha distrutto questo patrimonio. … Tutti i principi, reggenti, ministri e generali di Casa Savoia hanno avuto il loro posto. … L'enciclopedia ha fornito il resto. La città borghese è cosmopolita, cioè una falsa internazionale, una falsa universalità. … È il trionfo della cosmopoli incolore e insapore.”6
Quale potrebbe essere quindi la modalità dazione? Chi decide di agire il margine dovrebbe proporre alleanze di cooperazione orizzontale con chi nel margine è costretto a starci 7. Questo, per non riprodurre velate forme di colonialismo; usando le parole di Lila Waston “Se siete venuti per aiutarmi state perdendo tempo, ma se voi siete venuti perché la vostra liberazione è legata alla mia allora lavoriamo insieme”.8
Per liberare il campo e aprirsi a differenti pratiche, è necessario dirigersi verso un ribaltamento delleducazione eurocentrica e quindi della narrazione dominante ed egemone.
In questa chiave di lettura una delle possibili proposte di prospettive di collaborazione è quella di utilizzare larte come strumento dazione e cooperazione.
“Larte può prendere delle parti di diversi territori e decostruirli per andare oltre”9
A proposito di questo, gli esempi possono essere molteplici; collettivi come quelli di Cherimus10 o ![](author:guerrillaspam.md) Guerrilla Spam11, agiscono tutti in questa chiave, ovvero collaborando direttamente con i luoghi e le persone di un dato contesto, in una prospettiva non messianica ma di apprendimento, oltrechè di emancipazione e condivisione.12.
Proponendo una prima conclusione a questa riflessione, si può dire che il margine è quello spazio di intersezione tra le differenti lotte e necessità. E che quindi “larte permette di viaggiare attraverso svariati - campi, a differenza di altre discipline” ovvero “solo larte ci permette di indagare nel (e oltre il) bordo e questi linguaggi artistici diventano critici.”13
Per usare le parole di ![Aime](author:marcoaime.md):
“Nel tempo il significato di cultura ha mutato il suo significato fino agli ultimi decenni in cui ha assunto valenze sociologiche e politiche sempre più sfaccettate fino a episodi spiacevoli in cui politici la evocano come fondamento di identità e le brandisce come arma per escludere i non autoctoni […]. La cultura è la base e allo stesso tempo lessenza stessa della nostra vita. Determina il nostro agire quotidiano come, così come ha modellato i nostri corpi nel corso dellevoluzione. La cultura non è solo un supporto della natura umana, ma è il fondamento della sopravvivenza stessa della nostra specie. Facciamone buon uso.”14
# English
## Acting on the fringes: Alliances and perspectives.
Starting from the definition of the term "border", we are interested in the distinction that exists in Western society between two different visions towards it. On the one hand, the colonizing, capitalist and globalized vision dominates, while on the other hand, fortunately, there is an alternative vision understood as an alliance.
In this in-between space, there is no North or South, but a reflection of contemporary society in which contradictions appear in all their forms; for example, "International wage differentials generate asymmetric flows of embedded labor time, the appropriation of which contributes to underdevelopment in the periphery." 2
In this space, the position to take is to enter the margin, deconstruct the dominant common gaze, and propose alliances (if there is consensus); conversely, the choice is to stay out, or worse, to abstract, impose a privileged view, and thus perpetuate predatory logics.
"Westerners who love the works of Primitive Art have always thought that their authors are particularly close to the" fundamental, elementary and essential drives of life ": Drives that civilized man shares, but" buried "under the shell of behavior induced. The idea that Primitive Art is a kind of creative expression that springs spontaneously from the artist's unconscious underlies the comparisons between Primitive Art and children's drawings and is clearly racially based. "3
Furthermore, the globalization that characterizes the 21st century has implemented a "trend that in the long run leads to cultural standardization and further depersonalization of the creativity of individuals, leaving free will in the hands of large multinational corporations in terms of urban policy , and at the same time the domination of the art market in the industry and thus the demand of the public! "4
The reflection on the margin could be concluded with a reference to a socio-political geographical analysis in the words of Gramsci on the same space in which we live: Calasetta.
"Each name [in the city of artisans] was a branch of life, it was the memory of a moment of collective life. The road map was like a patrimony of memories, of affections which tied individuals more strongly with the bonds of solidarity through memory. The merchant bourgeoisie destroyed this heritage. ... All the princes, regents, ministers, and generals of the House of Savoy have had their place. ... The encyclopedia provided the rest. The bourgeois city is cosmopolitan, that is, a false international, a false universality. ... It is the triumph of the colorless and tasteless cosmopolis. "5
So what might be the course of action? Those who choose to act on the margins should propose alliances of horizontal cooperation with those who are forced to remain on the margins. 6 This in order not to reproduce veiled forms of colonialism; in the words of Lila Waston "If you have come to help me, then you are wasting your time, but if you have come because your liberation is linked to mine, then let us work together" .7
In order to liberate the field and open up to other practices, it is necessary to move towards a reversal of Eurocentric formation and thus of the dominant and hegemonic narrative.
In this interpretation, one of the possible proposals for perspectives of collaboration is to use art as a tool for action and cooperation.
"Art can take parts of different territories and deconstruct them in order to go beyondthem. "8
In this regard, there are many examples; collectives such as those of Cherimus9 or Guerrilla Spam10 all operate in this key, or by collaborating directly with the places and people of a given context, in a perspective that is not messianic, but of learning, as well as emancipation and sharing. 11.
As a first conclusion of these reflections, we can say that the margin is that space of intersection between different struggles and needs. And that therefore "art allows us to travel through - different - fields, unlike other disciplines" or "only art allows us to research in (and beyond) the margin and these artistic languages become critical." 12
To use Aime's words:
"Over time, the meaning of culture has changed, until recent decades when it has taken on increasingly diverse sociological and political values, to the point of unpleasant episodes when politicians invoke it as a source of identity and use it as a weapon to exclude non-natives [...]. Culture is both the foundation and the essence of our lives. It determines our daily actions just as it has shaped our bodies in the course of evolution. Culture is not only a pillar of human nature, but it is the basis for the very survival of our species. Let us take advantage of it. "13